Inno di Garibaldi
Dedico questo post ai miei amici livornesi, che con la loro fantasia non solo riescono creare piatti squisiti da nulla (o quasi) ma oltretutto li battezzano in una maniera pittoresca, che incuriosisce oltremodo per assaggiarli. Stavolta in onore di Garibaldi che pero' poverino non centra nulla con questo cibo ma solo perche' il suo colore rosso ricorda le camicie garibaldiane ... dice. Con questa scusa potremmo dedicare qualsiasi cibo color rosso a Garibaldi ... ma lasciamo stare, non bisogna mai tirare fuori troppa logica per capire l'essenza di questo popolo di mare... serve solo l'intuito e l'immaginazione senza freni.
Appunto l'Inno di Garibaldi e' un piatto livornese classico creato con gli avanzi della carne lessa e con l'aggiunta di quello che si trova sempre anche nelle cucine piu' povere, patate, pomodoro e ramerino (alias rosmarino). Nasce cosi' questo cibo semplice e prelibato che per mio marito rappresenta una specie di effetto ratatouille, visto che non lo mangia da 30 anni quando li preparava la su' nonna. Li prometto da tanto e stasera l'ho accontentato.
Credo che la cara nonna usava molto piu' pomodoro di me e quindi otteneva risultati diversi dal mio, ma visto che nelle descrizioni delle ricette non ci sono le quantita' questa opzione e' lasciata a libera interpretazione dello chef. Inoltre, non so quanto possa assomigliare il gusto della carne (per quanto di ottima qualita' bio del macellaio Bani, ahime' non di Livorno) dei nostri tempi a quella di 30 anni fa... nonostante tutto e' venuto bene.
Inno di Garibaldi
Ingredienti:
carne lessa avanzata
patate tagliate a tocchetti
passata di pomodoro o pomodoro concentrato
un rametto di rosmarino, aglio, sale, olio evo
Si fa il soffritto con l'aglio e il ramerino nell'olio, si aggiunge il pomodoro, si gira bene poi si aggiungono le patate a tocchetti e la carne tagliata a pezzetti, grandi come bocconi.
Si gira bene tutto e si aggiunge acqua in quantita' giusto per coprire tutto. Non deve essere brodoso. Si sala qb.
Si cuoce sotto coperchio finche' le patate non sono belle morbide e il sugo non sia ritirato.
Con fette di pane tostato e' un ottimo piatto unico.
Appunto l'Inno di Garibaldi e' un piatto livornese classico creato con gli avanzi della carne lessa e con l'aggiunta di quello che si trova sempre anche nelle cucine piu' povere, patate, pomodoro e ramerino (alias rosmarino). Nasce cosi' questo cibo semplice e prelibato che per mio marito rappresenta una specie di effetto ratatouille, visto che non lo mangia da 30 anni quando li preparava la su' nonna. Li prometto da tanto e stasera l'ho accontentato.
Credo che la cara nonna usava molto piu' pomodoro di me e quindi otteneva risultati diversi dal mio, ma visto che nelle descrizioni delle ricette non ci sono le quantita' questa opzione e' lasciata a libera interpretazione dello chef. Inoltre, non so quanto possa assomigliare il gusto della carne (per quanto di ottima qualita' bio del macellaio Bani, ahime' non di Livorno) dei nostri tempi a quella di 30 anni fa... nonostante tutto e' venuto bene.
Inno di Garibaldi
Ingredienti:
carne lessa avanzata
patate tagliate a tocchetti
passata di pomodoro o pomodoro concentrato
un rametto di rosmarino, aglio, sale, olio evo
Si fa il soffritto con l'aglio e il ramerino nell'olio, si aggiunge il pomodoro, si gira bene poi si aggiungono le patate a tocchetti e la carne tagliata a pezzetti, grandi come bocconi.
Si gira bene tutto e si aggiunge acqua in quantita' giusto per coprire tutto. Non deve essere brodoso. Si sala qb.
Si cuoce sotto coperchio finche' le patate non sono belle morbide e il sugo non sia ritirato.
Con fette di pane tostato e' un ottimo piatto unico.
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