Thanksgiving
Il Giorno del Ringraziamento, il quarto giovedì di novembre, oggi.
Ho sentito qualcuno a lamentarsi dell'ennesima americanata.
Ma non siamo stati forse noi europei a far diventare l'America quello che e' oggi? Non sono stati forse i nostri antenati ad insegnarci di fermare ringraziare per tutto questo bene che riceviamo tutti i giorni, per la nostra preziosa vita? Abbiamo dovuto immigrare in America per rendercene conto, ma l'abbiamo capito.
Ma allora cosa c'e' di più autenticamente europeo di questa festa?
O siamo i soliti a pretendere e lamentarci di tutto ciò che non abbiamo e non ci accorgiamo che in realtà abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno anzi molto di più e di cui bisogna solo ringraziare ... almeno una volta all'anno.
Perché l'America ci può insegnare anche tante cose belle, dobbiamo solo accoglierle.
Io ho realizzato l'infinita intimità di questa festa tramite una americana, la mia amica, ex collega, Lorel, che 7 anni fa mi invitò a casa sua per la mia prima Thanksgiving Party. Non scorderò mai il mio stupore vedendo il tacchino intero arrosto uscire dal forno poco dopo il nostro arrivo, e non scorderò mai il sapore di quella festa.
Purtroppo lei ora é lontana ma grazie proprio a lei siamo stati così fortemente coinvolti che da quando sono tornati in America noi abbiamo continuato festeggiarlo sempre con i nostri amici. Non il quarto giovedì di novembre ma il primo sabato di dicembre per motivi logistici. Al punto che ormai lo sentiamo di più che lo stesso Natale. Forse proprio perché abbiamo ritrovato quella autenticità che raramente si trova più nelle feste comandate. Questa non è comandata ma è scelta e sentita. E' la nostra festa.
Sto organizzando, pianificando la nostra prossima il 3 di dicembre, ma intanto, visto che la decorrenza è oggi vorrei abbracciare forte la mia amica Lorel e la sua famiglia, augurando a tutti loro un Happy Thanksgiving! Ed un ancora più forte I miss you and I love you!
Grazie Lory per avermi insegnato anche questo e per poter essere tua amica.
Ho sentito qualcuno a lamentarsi dell'ennesima americanata.
Ma non siamo stati forse noi europei a far diventare l'America quello che e' oggi? Non sono stati forse i nostri antenati ad insegnarci di fermare ringraziare per tutto questo bene che riceviamo tutti i giorni, per la nostra preziosa vita? Abbiamo dovuto immigrare in America per rendercene conto, ma l'abbiamo capito.
Ma allora cosa c'e' di più autenticamente europeo di questa festa?
O siamo i soliti a pretendere e lamentarci di tutto ciò che non abbiamo e non ci accorgiamo che in realtà abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno anzi molto di più e di cui bisogna solo ringraziare ... almeno una volta all'anno.
Perché l'America ci può insegnare anche tante cose belle, dobbiamo solo accoglierle.
Io ho realizzato l'infinita intimità di questa festa tramite una americana, la mia amica, ex collega, Lorel, che 7 anni fa mi invitò a casa sua per la mia prima Thanksgiving Party. Non scorderò mai il mio stupore vedendo il tacchino intero arrosto uscire dal forno poco dopo il nostro arrivo, e non scorderò mai il sapore di quella festa.
Purtroppo lei ora é lontana ma grazie proprio a lei siamo stati così fortemente coinvolti che da quando sono tornati in America noi abbiamo continuato festeggiarlo sempre con i nostri amici. Non il quarto giovedì di novembre ma il primo sabato di dicembre per motivi logistici. Al punto che ormai lo sentiamo di più che lo stesso Natale. Forse proprio perché abbiamo ritrovato quella autenticità che raramente si trova più nelle feste comandate. Questa non è comandata ma è scelta e sentita. E' la nostra festa.
Sto organizzando, pianificando la nostra prossima il 3 di dicembre, ma intanto, visto che la decorrenza è oggi vorrei abbracciare forte la mia amica Lorel e la sua famiglia, augurando a tutti loro un Happy Thanksgiving! Ed un ancora più forte I miss you and I love you!
Grazie Lory per avermi insegnato anche questo e per poter essere tua amica.
Commenti
Posta un commento