Durelli di pollo risottati al profumo di timo

Sono contenta di vivere in Toscana. Ma probabilmente non per i motivi per cui immagina la maggior parte delle persone. Nell'immaginario collettivo dei turisti la Toscana appare come un luogo utopistico, praticamente il paradiso terrestre. Avevo un po' anche io quest'idea finche' ci venivo solo in vacanza. Poi vivendoci realizzi che per quanto ti possa piacere il clima (oddio per me d'estate fa troppo caldo qui), i dialetti locali, il paesaggio oppure i siti storici, viverci non e' poi tutto rosa e fiori.

Ma un motivo ben preciso c'e' per il quale mi piace tanto vivere qui. Per la cucina, naturalmente ma non solo come lo pensiate voi. Per la cucina intesa come ingredienti, senza nulla togliere al resto dell'Italia. Perche' i toscani, ad esclusione di qualche cittadino che e' convinto che le fragole crescono sugli alberi o che i polli nascono direttamente sullo spiedo ma che non e' una peculiarita' di questa regione, non si meraviglieranno mai che tu usi degli ingredienti per cucinare che potrebbero suscitare orrore dalle altre parti. Parlo soprattutto delle frattaglie oppure piedi di pollo e maiale ecc.
Probabilmente il motivo principale e' che tutto sommato era una regione molto semplice e contadina e questa tradizione sopravvive ancora nei piatti toscani e soprattutto nei mercati Toscani. I miei origini umili e contadini da parte di tutti quattro i nonni mi fanno sentire come a casa.

Bene, tutta questa premessa perche' ieri ho comprato dei durelli di pollo che quanto pare non tutti sanno nemmeno che parte dell'animale siano. Ebbene signore e signori i durelli sono lo stomaco del pollame, perche' non c'e' l'hanno solo i polli bensi' anatre, oche e tutti i volatili.
La struttura e' molto spessa e muscolosa e praticamente priva di grassi il che' dopo una cottura adeguata li fa diventare un cibo sano e tutto sommato leggero anche se nutriente.
Chi ha timore di assaggiare le frattaglie dico che il gusto e' particolare ma non e' assolutamente "selvatico". Non ha bisogno di essere marinato nell'aceto come tanti fanno con il fegato e non vi suscitera' alcuna avversione in bocca, a patto che vi piaccia la carne di pollo ...
In Ungheria di solito piace ai bimbi oppure ai buongustai, il che' dice alla lunga sul suo sapore.
La consistenza rimane sempre un pochino "croccante" ma se non lo gradite potete lasciarli cuocere piu' a lungo oppure fare dei pezzetti piu' piccoli.
Bene, dopo questa dissertazione ecco il mio tentativo di unire tradizioni ungheresi con quelli toscani.
Uno spezzatino risottato dai profumi mediterranei.

Durelli di pollo risottati al profumo di timo - Kakukkfüves zúzarizottó

Ingredienti:
600 g durelli di pollo gia' puliti
1 cipolla grande
alloro, timo, brodo liofilizzato di verdure, paprika dolce, vino bianco, olio
300 g riso per risotti (possibilmente carnaroli)
burro, robiola

Io ho usato la casseruola di ghisa, visto che tutti dicono che i risotti vengono meglio, in effetti confermo.
Allora soffriggete a fuoco basso la cipolla nell'olio, aggiungete due cucchiai di paprika dolce, mescolate, buttate i durelli gia' puliti e fateli dorare per qualche minuto.
Sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco secco, dopodiche' aggiungete il timo e l'alloro e tanta acqua da coprire tutto. Sotto coperchio in un oretta dovrebbero essere teneri (tanto i durelli che vendono sono tutti di polli giovanissimi), se cosi' non fosse continuate la cottura finche' pronti. Levate i rametti di timo e le foglie di alloro, aggiungete il riso, mescolate, aggiungete del brodo caldo se fosse poco liquido e ricoprite il tutto per altri 12 minuti. Controllate la cottura del riso, aggiungete una noce di burro e lasciate a mantecare a fuoco spento sempre sotto coperchio per altri 2-3 minuti.
Io ho aggiunto qualche pezzettino di robiola in cima e la sua acidita' ha perfettamente armonizzato con il resto degli ingredienti ... sa un pochino di panna acida che come ben sapete ADORO.

Un bicchiere di vino bianco fermo, semplice ma profumato lo accompagnera' benissimo. Vernaccia di S. Gimignano giovane per esempio, rimanendo in Toscana.

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