Riflessione sull'abbinamento cibo e vino


Volevo fare una breve riflessione profana sui vini, ispirata da una conversazione avvenuta ieri sera con l'amico Carlo che a mio grande stupore raccontava che qui a Livorno l'Amarone piace a pochi. Non ci potevo credere, ma poi in effetti ci abbiamo fatto una riflessione sopra.

Quante volte siamo di facili giudizi nei confronti di una tipologia di vino. Questo tipo mi piace quello non mi piace. Non e' che non esistono vini buoni o cattivi, intesi come vinificati bene o male, ma sono profondamente convinta che la bonta' del vino non e' una qualifica astratta e assoluta. Non puo' essere, perche' il vino non e' una bevanda per dissetarsi ma principalmente per accompagnare i nostri piatti.

E' cosi' un Nero d'Avola a mio parere non puo' essere compreso in fondo insieme ai piatti trentini o un Amarone con la cucina campana. Di sicuro alcune tipologie di vini saranno abbinabili piu' facilmente altri meno ma la gamma di possibili abbinamenti diventera' di sicuro molto piu' stretta fuori della sua area d'origine e di consegenza il vino per quanto straordiario sia diventera' molto meno conosciuto e popolare.

Nel mio caso specifico in Italia pochi conoscono i vini ungheresi. Non perche' nella mia madrepatria non si trovano degli ottimi, anche al di fuori del ben noto Tokaji aszu (mi raccomando non meno di 5 puttonyos), ma semplicemente perche' la cucina mediterranea in generale non si presta bene per un abbinamento con un vino di corpo e di una certa aggressivita'. Ci vogliono gli abbondanti piatti unici ungheresi ricchi di grassi e spezie, digeribili solo nei climi piu' freddi.

In conclusione, prima di esprimere il vostro gradimento su un tipo di vino provate ad assaggiarlo abbinato bene ad un piatto della sua zona di origine. L'abbinamento perfetto non solo rende piu' gradevole il cibo ma esalta l'anima di questa bevanda divina che potrebbe aprirsi davanti voi come non l'avreste mai immaginato.

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